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Pappatoia banche: arrivano 20 miliardi

Il "nuovissimo" Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, ha autorizzato il governo a chiedere al Parlamento, l'autorizzazione a aumentare l'indebitamento per fare eventualmente fronte a necessità del comparto del credito.
La misura, se attivata, avrà un impatto sul debito pubblico e non sul deficit,  non impattando sull'aggiustamento strutturale. I 20 miliardi in particolare serviranno a due fini, una garanzia di liquidità per ripristinare la capacità di finanziamento a medio e lungo termine e per un programma di rafforzamento patrimoniale nel rispetto delle regole Ue.
La speranza del Governo resta che il mercato, di piccoli e grandi investitori, creda al piano Mps e aderisca in massa alla conversione dei bond e all'aumento consentendo così un intervento minimo dello stato, ma il governo si prepara al peggio con un decreto che metta in sicurezza la banca senese (e in prospettiva anche le altre) con una 'ricapitalizzazione preventiva' secondo le regole Ue.

Paroloni molto riflettuti per dire che le famose banche italiane, solidissime alcuni anni fa, adesso hanno un salvagente miliardario per sistemare i loro conti, dopo aver pagato profumatamente numerosi "fior di coglioni", come management, che sono stati capaci di sperperare montagne di denaro, mai in aiuto di povera gente bisognosa ma insieme al meglio degli speculatori. Se le banche sono odiate ci sarà pur un motivo, adesso ne abbiamo anche un altro e forse anche altri tre o quattro. 

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Effetti collaterali: sono bravi, o sono i bravi, alla MPS?

Il Consiglio di amministrazione di MPS ha fatto un appello, ovvero una richiesta di aiuto ai soci della banca, scrivendo che esiste un concreto rischio di  fallimento sull’aumento di capitale e conseguente risoluzione della banca con ingenti perdite per azionisti e obbligazionisti. Sembrerebbe un ultimatum od una minaccia e di fatto lo è!

Monte Paschi Siena avrebbe lanciato un’offerta pubblica di acquisto su 11 milioni di obbligazioni subordinate, che evidenziamo ha un valore complessivo di 4,289 miliardi di euro con l'obbligo per coloro che aderiranno di reinvestire il corrispettivo incassato nell'aumento di capitale da 5 miliardi. L'attuale organismo di gestione della banca ha pubblicato un comunicato in cui spiega chiaramente che la conversione dei bond subordinati in azioni è indispensabile per ridurre l’importo dell’aumento di capitale e per portare a compimento l’operazione di rafforzamento richiesta dalla BCE.

In caso contrario la banca finirà in risoluzione secondo la normativa europea sulle crisi bancarie che prevede la conversione forzata di azioni e titoli subordinati con ingenti perdite da parte degli investitori. 
In pratica, la nota di banca MPS dice tra le righe che la conversione dei bond subordinati in azioni è ormai imprescindibile e che sarà fatta con le buone (cioè aderendo volontariamente all’offerta) o con le cattive (in caso di risoluzione da parte delle autorità europee). Se non è abbastanza chiaro, grandi problemi all'orizzonte anche se non siete d'accordo. "Bravi" loro e chi li sostiene.

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Altri effetti collaterali: crollano le assunzioni, aumentano i licenziamenti

Dai dati Inps: Sui primi 8 mesi del 2016, le assunzioni a tempo indeterminato sono state 805.168, con un calo del 32,9% rispetto allo stesso periodo del 2015. Dal 2016 infatti gli sgravi contributivi per chi assume a tempo indeterminato sono stati dimezzati, e non cancellati completamente.

Altro dato diffuso dall'Osservatorio sul precariato dell'Inps riguarda la crescita dei licenziamenti. tra gennaio e agosto i licenziamenti complessivi sui contratti a tempo indeterminato sono passati da 290.656 del 2015 a 304.437 (+4,7%). 
A crescere sono soprattutto i licenziamenti individuali per ragioni disciplinari, quelli per i quali è cambiata la disciplina con il jobs act che ha eliminato la possibilità di reintegro in caso di licenziamento ingiusto. I licenziamenti per giusta causa e giustificato motivo soggettivo sono passati da 36.048 a 46.255 con un aumento del 28%. Il mercato drogato nelle assunzioni dagli sgravi, prende invece la sua dimensione, quella fortemente voluta, nei licenziamenti.

Nello stesso periodo sono invece calate le dimissioni volontarie (da 599.248 a 510.267, -14,8%), il quadro si completa con l'ennesimo boom dei voucher con 96,6 milioni di buoni lavoro dal valore di 10 euro venduti nei primi otto mesi del 2016 (+35,9%). 
Considerazione finale: Imprenditori e datori di lavoro italici, liberi di fare di tutto, al momento non hanno affatto arricchito la società, ma sicuramente loro stessi, trattando a pesci in faccia chi non è un "lecchino" e sfruttando, come nel terzo mondo, il lavoro altrui, pagandolo il meno possibile, e la nave affonda!


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Effetti collaterali: sanzioni finanziarie che non ti aspetti e non ti dicono

Altre SANZIONI UEFA piuttosto pesanti a squadre non in regola con il fair play finanziario. Oltre alle conosciute sanzioni affibbiate a Manchester City e Paris SG, altre sette società - Bursaspor
(Tur), Anji Makhachkala (Rus), Rubin Kazan (Rus), Zenit San Pietroburgo (Rus), Galatasaray (Tur), Levski Sofia (Bul) e Trabzonspor (Tur), poste sotto indagine dalla Camera investigativa dell'Organo di controllo finanziario dei club per non aver rispettato le regole del fair play finanziario, hanno ricevuto notifica. A parte i club inglese e francese, il conto più salato l'Uefa l'ha presentato allo Zenit, con una multa di 12 milioni di euro e l'obbligo di schierare al massimo 22 giocatori nelle competizioni Uefa (invece che 25). Sei milioni dovrà pagare il Rubin Kazan (e rosa ridotta a 21 giocatori) e due l'Anji (rosa ridotta a 21 giocatori). Levski Sofia, Galatsaray, Bursaspor e Trabzonspor se la sono cavata con 200 mila euro di multa ciascuno.

In Italia L’Authority guidata da Giovanni Pitruzzella, ovvero dell'Autorita' per la Concorrenza e del Mercato, ha sanzionato il gruppo tedesco Volkswagen con 5 milioni di euro di multa.Si ricorda a questo proposito che il Dipartimento di Giustizia statunitense ha imposto a Volkswagen un accordo da 14,7 miliardi di dollari per risolvere la class action scattata per lo scandalo delle emissioni truccate e per chiudere i contenziosi con l'agenzia per la protezione ambientale (Epa) e il Dipartimento stesso. Non chiediamoci perchè i furbi in Italia proliferano.

Un miliardo e mezzo di dollari per mettere la parola fine alle cause legate ai sub-prime. A staccare l’assegno per le autorità americane stavolta non sarà una banca, bensì Standard & Poor’s. Il patteggiamento arriva dopo anni di contenzioso, durante i quali l’agenzia è stata accusata di aver attribuito giudizi “edulcorati” agli strumenti derivati contenenti i famigerati mutui al fine di guadagnare clienti. Il resto è storia: dopo il crollo del mercato immobiliare americano questi strumenti sono diventati improvvisamente tossici, intaccando prima il mondo finanziario (le banche) e poi l’economia reale.


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Credito: Banche digraziate e maggiori costi per utenti

Tra le tante belle promesse economiche, arrivano anche BRUTTE notizie per gli italiani ma solo se hanno un conto corrente. Tre delle cinque principali banche italiane hanno deciso di aumentare il costo dei conti correnti, facendo pagare ai clienti importi più alti allo scopo di rientrare delle spese sostenute per finanziare il “Fondo Nazionale di Risoluzione” creato allo scopo di “salvare” Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti  e Carife, vale a i dire i quattro istituti posti in risoluzione dal Governo nel novembre del 2015. Non abbiamo notizie se questi soldi possano anche valere per MPS, ed altre banche che non sempre hanno fatto affaroni d'oro.
L'aumento comunicato è di 25€ a conto corrente e tra gli istituti di credito che hanno stabilito dei rincari anche Unicredit che, nell’ambito dell’estratto conto relativo ai tre mesi terminati il 31 marzo 2016 ha fatto sapere che a causa di “alcuni interventi legislativi e/o regolamentari nonché impegni imposti da Autorità” la banca ha dovuto affrontare maggiori costi a fronte di minori ricavi. Possiamo anche capire i maggiori costi andati al Fondo Nazionale, ma sui minori ricavi dovrebbero pagare invece manager, dirigenti e tutti gli altolocati che contribuiscono al malfunzionamento della banca.




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Credito: Le 4 banche meno digraziate

Dopo i vari crac delle banche, le paure sui mercati, le azioni dei risparmiatori azzerate e tutti i casini che abbiamo letto su affari bancari, siamo certi di una cosa: bisogna porre particolare attenzione quando si sceglie un istituto di credito. L'indicatore da tenere d'occhio per misurare la solidità patrimoniale di un istituto creditizio è il Common Equity Tier 1 (Cet-1). Si tratta di un parametro che calcola il rapporto tra il capitale di una banca e le sue attività impiegate sul mercato, come per esempio i prestiti concessi alla clientela o i titoli obbligazionari posseduti. Sarebbe bello poter fare la classifica delle 5 banche migliori ci limitiamo a fare elenco delle 4 banche più solide.

1) La banca del gruppo Unicredit ha una solidità patrimoniale decisamente sopra la media, secondo gli ultimi dati di bilancio. Cet 1 ratio al 10,5%
2) Il Cet 1 ratio di Finecobank è del 20,43%. Al 30 settembre 2015, la società ha realizzato un utile netto pari a 149 milioni di euro, raggiungendo 52,5 miliardi di patrimonio totale e superando il milione di clienti.
3) La banca che fa capo al gruppo assicurativo Generali, specializzata nel risparmio gestito e soprattutto nel private banking, ha una solidità patrimoniale ampiamente sopra la media. Secondo gli ultimi dato di bilancio, relativi ai primi tre trimestri del 2015, il Cet 1 ratio è infatti del 13,4%.
4) Con un Cet 1 del 13,4%, il big IntesaSanpalo presenta attualmente un ottimo indice di solidità patrimoniale. Ha ricevuto delle valutazioni migliori dei concorrenti anche agli stress test.

Facessero anche gli interessi dei clienti, e non solo i loro, potrebbero diventare o sarebbero ottime aziende.




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Borse: Idee POCO utili ma per evitare scelte peggiori



Borse, una situazione in caduta libera. Giornate da dimenticare per le borse europee che chiudono con degli indici in picchiata. In questo articolo vogliamo analizzare, alcune cose da NON fare

1. NON cambiate i vostri piani d’investimento.
2. NON confondete lungo termine e breve termine.
3. NON cambiate la durata dei vostri investimenti (alias orizzonte temporale).
4. NON ricercate il perfetto market-timing.
5. NON reagite emotivamente, comprando e vendendo titoli in preda al panico.
6. NON dimenticate di osservare le reazioni scomposte intorno a voi e l’evoluzione di mercato (sarà una bella lezione, credetemi).
7. NON date retta a profezie di mercato e fascinosi guru dell’ultima ora.
8. NON leggete troppi giornali finanziari.
9. NON guardate troppi notiziari che parlano di Borsa.
10. NON dimenticate di ricordare come vi sentite e come vi siete comportati (servirà da insegnamento pro-futuro, perché guardate che crash come quello cinese sono il pane e burro dei mercati finanziari).



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Equitalia comunica

Attenzione, ci voleva pure la truffa , arrivano segnalazioni di e-mail, con mittente fatture@gruppoequitalia.it, equitalia@sanzioni.it, 
servizio@equitalia.it, 
noreply@equitalia.it o simili, contenenti presunti avvisi di pagamento di Equitalia e che invitano a scaricare file o a utilizzare link esterni.

Sono decisamente delle truffe, fate attenzione agli allegati e non rispondete!  In questi giorni è in atto una nuova campagna di phishing, cioè di tentativi di truffa informatica architettati per entrare illecitamente in possesso di informazioni riservate. Equitalia si dichiara assolutamente estranea all’invio di questi messaggi e raccomanda nuovamente di non tenere conto della e-mail ricevuta e di eliminarla senza scaricare alcun allegato.


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Itax time 

E' il periodo dei regali "speciali", non proprio come a Natale ma talvolta sembra davvero di regalare soldi a piene mani.
A novembre arrivano le tasse e, tra lunedì 16 e lunedì 30 gli autonomi, le imprese e i lavoratori dipendenti verseranno all’erario 53,5 miliardi di euro, tra Iva, acconti Irpef, Irap, Ires, addizionali Irpef e ritenute di imposta.

L’imposta più onerosa sarà l’Iva: autonomi e imprese verseranno nelle casse dello stato 12,3 miliardi di euro. Le società di capitali (Spa, Srl, Società cooperative, etc.), inoltre, pagheranno l’acconto Ires che ammonterà a 11,8 miliardi, mentre i lavoratori dipendenti, attraverso i rispettivi datori di lavoro, daranno al fisco le ritenute per un importo di 10,4 miliardi di euro.

In Italia e in Portogallo sono necessari 34 giorni di tempo per pagare le imposte, la media dell’area euro è di 20. Tale soglia scende a 17 in Francia e addirittura a 15 giorni in Olanda. Nella classifica di 19 paesi europei, al primo posto il Lussemburgo (7 giorni), al secondo Estonia e Irlanda (10 giorni), al terzo Finlandia (12).
Non solo si pagano tasse onerose ma anche complicate e decisamente fastidiosissime anche le troppe chiacchiere che si continuano a sentire da chi dirige il paese.


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Altra grande fregatura per la gente 

Oggi 1 ottobre 2015, ci dicono che le piazze finanziarie globali hanno bruciato 11.000 miliardi di dollari in tre mesi: il trimestre peggiore dal 2011. Queste sono stime di analisti, che sottolineano come le vendite siano state innescate dal calo dei prezzi delle commodity, dal rallentamento della Cina, dalla fuga dai paesi emergenti, dall’atteso aumento dei tassi di interesse negli Usa e dal crollo di Volkswagen, ma questo non ha senso perchè il caso è spuntato solo pochi giorni orsono. Ma oggi, le borse europee mettono il turbo, ed anche questo puzza di grande fregatura. A soffrire più di tutti però la crisi di questo periodo è il settore dell’energia, con il petrolio alle soglie dei 39 dollari al barile, cioè il minimo registrato a partire anche qui, dal 2008. Ma quando il petrolio viaggiava a 100 dollari al barile, non si sono visti facili ed entusiasmanti guadagni per gli investitori popolari in borsa. Morale: questi economisti sono indegni anche se hanno studiato tanto, anche se sono star televisive come Alesina, Giavazzi, Monti ed altri.


A proposito di economisti limitatamente capaci, in banca, i titoli non vanno al meglio, con lo spread Btp/Bund che riprende forza e torna sui 130 punti base e il generale calo di prezzo dei titoli di Stato nazionali. Insomma spread, recessione, centinaia di miliardi bruciati in un solo giorno: parole e situazioni che eravamo certi di esserci lasciati ormai alle spalle. Ma analizzando i numeri di fatto la crisi sui mercati resta forte e difficilmente le prospettive potrebbero cambiare nel breve periodo. Chi è contro la pena di morte, in questi giorni fa molta fatica a mantenere il punto di principio, verrebbe voglia di mandare al muro eminentissimi personaggi ed anche se è solo una sensazione di pancia, visto l'andamento economico, è tutto quello che ci resta.



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La fregatura del fiscal drag


L’espressione vuol dire drenaggio fiscale e indica un’anomalia che si verifica nel prelievo di imposte sul reddito in un periodo in cui c’è una forte inflazione. In questo caso, infatti, il reddito (per esempio, i salari) tende a salire per recuperare la perdita di valore della moneta, causata dall’inflazione. Per diverse ragioni, però, quasi mai l’aumento riesce a coprire questa perdita di valore: si ha un aumento nominale, apparente, del reddito, ma quello reale rimane uguale o può addirittura diminuire. Le imposte si pagano in proporzione all’importo nominale dei redditi, che sono suddivisi in fasce: su ognuna il fisco preleva una percentuale di imposte, crescente al passaggio da una fascia più bassa a una più alta. Il fiscal drag colpisce proprio in questo passaggio: si deve pagare di più su un reddito che dal punto di vista numerico è passato a una fascia più alta, anche se come valore reale è rimasto uguale.

Per capire meglio, la crescita della pressione fiscale rapportata all’aumento dell’inflazione che costringe a passaggi repentini dei possessori di redditi entro fasce inadatte e sempre troppo alte. In altre parole il fiscal drag è l’incremento in proporzione delle tasse all’interno di un sistema economico che mostra un’inflazione in crescita costante: è questa crescita inflattiva che sposta il singolo in una fascia di reddito più alta e che paga tasse maggiori, ma le sue spese vive aumentano quindi il soggetto riceve più soldi, ma ne spende altrettanti e inoltre paga più tasse, facendo parte di una fascia di reddito più alta.


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Inflazione: è buona o no?

Tutti dicono tutto e quindi anche il suo contrario. Siamo passati dal problema dell'inflazione a quello della deflazione, dal valore della moneta a quello della sua svalutazione. Vediamo cosa si dice in giro di un ritorno alla tanto auspicata inflazione.
L’inflazione produce numerosi effetti negativi. Poiché il potere d’acquisto della moneta diminuisce a causa dell’aumento dei prezzi delle merci, gli individui, non volendo detenere il risparmio sotto forma monetaria, si orienteranno verso l’acquisto di beni-rifugio come oro, immobili, i cui prezzi aumentano e che pertanto sono in grado di preservare il loro valore. In un’economia aperta l’aumento dei prezzi fa diminuire la competitività internazionale delle merci e quindi le esportazioni.

Alla teoria dell’inflazione da costi si ricollega quella dell’economista inglese A.W. Phillips, secondo cui le cause del fenomeno vanno ricercate essenzialmente nel mercato del lavoro. Esaminando la realtà dell’Inghilterra dalla metà dell’Ottocento alla metà del Novecento, Phillips rilevò che, quando vi era nel sistema economico un elevato numero di disoccupati, i salari crescevano lentamente, mentre quando la disoccupazione scendeva i salari crescevano più rapidamente, determinando un aumento nei costi di produzione e quindi nei prezzi di vendita dei prodotti finiti. Questa idea potrebbe far pensare che l'inflazione potrebbe portare  ad un economia che funziona, ma esiste anche un'interpretazione diversa ovvero che in una economia che viaggia bene, si genera un effetto inflazionistico negativo e non il contrario.
Per concludere l'inflazione è un aumento progressivo del livello medio generale dei prezzi, o anche diminuzione progressiva del potere di acquisto (cioè del valore) della moneta. Il fenomeno può avere molteplici cause, sia reali sia monetarie, e assumere forme differenti.


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Dati economici per le vacanze


Previsioni: Il tasso di disoccupazione in Italia non calerà nel 2016. Sono previsioni economiche di primavera 2015 che indicano che resterà al 12,4%, stesso tasso attuale. La stima è comunque in miglioramento rispetto alle previsioni d'inverno (12,8% nel 2015 e 12,6% nel 2016). Deficit stabile nelle previsioni economiche della Commissione europea, il deficit dell'Italia nel 2015 resterà al 2,6%, ma nel 2016 calerà al 2,0%. Il rapporto debito/pil nel 2015 sarà del 133,3%, mentre migliorerà nel 2016 al 130,8% Inflazione in sensibile aumento, crescerà sensibilmente nel 2016. La crescita dei prezzi nel 2015 sarà al +0,2%, ma per l'anno successivo è stimata a +1,8%.
Dati reali: primo trimestre del 2015 il prodotto interno lordo (PIL), è aumentato dello 0,3%, il tasso di disoccupazione è al 12,4%, indice del commercio al dettaglio tra 0,2 e zero, l'inflazione ad aprile 0,1 e in maggio 0,2. Fonti ufficiali italiane ovviamente.
La situazione greca continua a preoccupare, martedì 30, scadono i termini per un nuovo pagamento da 1,6 miliardi di euro e in mancanza di un accordo scatterà il default di Atene, l'eurogruppo continua la trattativa ma la situazione non è rosea. Chi pensa che il default e l'uscita dall'euro interessi solo loro non ha compreso bene il significato della situazione.




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Nessuna tutela per i crediti irrisori 

Accesso al giudice negato se la causa vale pochi euro ed è priva di interessi giuridicamente protetti. La Corte di cassazione, di fatto legittima il giudice a istituire un filtro, bollando come inammissibili le azioni esecutive finalizzate a ottenere soddisfazione per cifre decisamente minime, nel caso esaminato circa 34 euro.

La Suprema corte ricorda che la giurisdizione è una risorsa limitata che legittima un limite ai ricorsi affermato esplicitamente o implicitamente dalla legge, da questo la necessità di mettere un argine alle numerosissime cause “bagatellari” di natura patrimoniale con importi “simbolici”
esecutivi. A supporto della scelta i giudici utilizzano anche la nozione di abuso del processo, già affermata dalla Cassazione.

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BASTONATA DURISSIMA ALLE BANCHE 
 
Una bella notizia che non cambia la vita ma che allieterà il tempo di lettura di tante persone nel mondo. Arrivasse anche in Italia una sventola del genere con il taglio di dirigenze inadeguate ci sarebbe un clima migliore anche se piovoso meteorologicamente. Il rigore finanziario non deve più essere una regola per tanti (troppi) ma non per tutti.
Sei grandi banche hanno patteggiato multe per quasi 6 miliardi di dollari complessivi per chiudere le inchieste per manipolazione dei tassi di cambio e del tasso Libor aperte dalle autorità statunitensi. Tra gli istituti coinvolti figurano Ubs, Citicorp, JpMorgan, Barclays e Royal Bank of Scotland. Una sanzione record che fa salire a 10 miliardi di dollari il totale delle sanzioni a carico degli istituti di credito per le pratiche illecite sul Forex.
Le americane Citicorp e JPMorgan e le europee Barclays e Royal Bank of Scotland si sono dichiarare inoltre colpevoli di aver cospirato per manipolare il prezzo del dollaro e dell’euro. La svizzera Ubs invece si dichiarerà colpevole per le manipolazione sul Libor, il tasso interbancario usato da riferimento per moltissimi altri tassi, mutui inclusi.

Nei dettagli, Barclays, Jp Morgan Chase, Citicorp e Rbs hanno ammesso il loro coinvolgimento nella manipolazione del mercato dei cambi, mentre Ubs si è riconosciuta colpevole della violazione di un precedente patteggiamento relativo allo scandalo della manipolazione del tasso interbancario Libor. La sanzione più pesante è stata invece inflitta a Barclays, che pagherà 2,4 miliardi di dollari, a un sesto istituto, Bank of America, è stata poi inflitta dalla Federal Reserve una multa da 205 milioni di dollari per operazioni di trading sui cambi giudicate irregolari.

"La multa che le banche pagheranno è giusta, commisurata al danno pervasivo che è stato fatto", ha commentato Loretta Lynch, procuratore generale americano, "e dovrebbe servire da deterrente per scoraggiare gli istituti concorrenti dal cercare il guadagno senza rispettare la legge e l’interesse pubblico"
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FATTURA ELETTRONICA PER LE PA
Entrata in vigore la fattura elettronica obbligatoria in 46mila uffic e due milioni di loro fornitori. Soggetti obbligati:
L'obbligo fattura elettronica PA, è per i seguenti soggetti:
•Fornitori di beni e servizi alla Pubblica Amministrazione. Tutti gli operatori economici per inviare al fattura elettronica PA devono utilizzare il SdI, effettuando le seguenti operazioni obbligatorie: predisporre la FatturaPA, firma digitale fatturaPA, invio e verifica della trasmissione e ricezione del messaggio.
•Pubbliche Amministrazioni che hanno il compito di censire gli uffici destinatari della fattura PA, ricevere la fattura rilasciando l'esito dell'invio e monitorare i flussi informativi.
•Intermediari quali banche, Poste, commercialisti, intermediari finanziari, imprese ICT, che intervengono nel rapporto tra impresa e PA per la compilazione, invio e ricezione della fattura elettronica PA 2014. Le disposizioni circa l'utilizzo del Sistema di Interscambio da parte degli intermediari cambiano poi, a seconda che l'intermediario sia autorizzato a trasmettere per conto degli operatori economici o a ricevere per conto delle Amministrazioni Pubbliche.

Il servizio di fatturazione elettronica verso la PA offerto dal sistema delle Camere di Commercio è a disposizione delle piccole e medie imprese italiane che hanno o intendono intraprendere un rapporto commerciale con le Pubbliche Amministrazioni soggette all'obbligo di fatturazione elettronica.



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GUIDA ALLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI
anno 2015


Documenti necessari
• Dichiarazione dei redditi dell’anno precedente (Modello 730/2014 o Modello UNICO 2014 ).
• Codice fiscale del dichiarante, del coniuge e dei famigliari a carico.
• Modelli CU di lavoro dipendente e di pensione attestanti le retribuzioni o pensioni percepite nel corso del 2014.
• Modelli CU 2015 redditi 2014 rilasciato dall’INPS per l’indennità di disoccupazione, di mobilità, di maternità e per la Cassa Integrazione Guadagni.
• Modello CU 2015 redditi 2014 del coniuge e dei familiari fiscalmente a carico.
• Talloncino di pagamento delle pensioni estere.
• Visura catastale degli immobili posseduti.
• Certificati catastali o Atti notarili di eventuali terreni e fabbricati acquistati, ereditati, venduti o donati nel corso del 2014.
• Visura catastale degli immobili che hanno ottenuto una nuova rendita catastale (es. immobili con precedente rendita catastale presunta, immobili soggetti a condono edilizio 1986, 1993 o 2004, unità immobiliari categoria “D”, immobili ristrutturati, etc.).
• Contratti di locazione registrati in base alla legge n. 431/98 “convenzionali” e non.
• Per coloro che hanno optato per la “cedolare secca”: contratto di locazione, modello 69 o Siria, raccomadata A/R all’inquilino, F24 di versamento acconti cedolare;
• Modello ex RAD relativo a dividendi azionari.
• Certificazione dei compensi per prestazioni occasionali, diritti d’autore o provvigioni.
• Deleghe di acconti IRPEF versati autonomamente nel 2014 (deleghe di pagamento Modello F24).
• In caso di separazione/divorzio, la relativa sentenza giudiziaria e le ricevute degli eventuali assegni alimentari corrisposti;
• Bollettini IMU pagati nel 2014.
• Dichiarazioni Mod. UNICO (in caso di eccedenza d'imposta per le quali si è richiesto il riporto nella successiva dichiarazione dei redditi)
• Ogni altra documentazione attestante la percezione di redditi nel 2014.

Documentazione relativa agli oneri deducibili e detraibili:
• Visite mediche specialistiche o generiche: fattura rilasciata dal medico.
• Analisi, indagini radioscopiche, ricerche: fattura rilasciata dal centro sanitario.
• Spese dentali: fattura rilasciata dal medico, dall’odontoiatra o dall’odontotecnico.
• Apparecchi acustici: fattura o scontrino parlante del negozio accompagnato dalla prescrizione medica.
• Acquisto o affitto di attrezzature medico-sanitarie: fattura o scontrino parlante della sanitaria o della farmacia.
• Occhiali da vista, lenti a contatto: fattura o scontrino parlante (con codice fiscale dell’acquirente e descrizione del bene) dell’ottico optometrista oppure fattura o scontrino parlante del negozio accompagnato dalla prescrizione medica.
• Degenze ospedaliere: fattura rilasciata dall’ospedale o dalla casa di cura.
• Retta della casa di riposo: dichiarazione rilasciata dalla casa di riposo dove sia separatamente indicato l’importo relativo all’assistenza medico-infermieristica rispetto all’importo relativo al vitto.
• Riabilitazione, ginnastica, massaggi: fattura rilasciata dal centro sanitario accompagnata dalla prescrizione medica.
• Cure termali: ricevuta del ticket se rese nell’ambito del SSN oppure fattura della struttura termale accompagnata dalla prescrizione medica.
• Prestazioni effettuate presso il SSN: ricevuta del ticket versato.
• Medicinali: scontrini parlanti della farmacia (scontrini con codice fiscale, natura e quantità del farmaco).
• Certificati medici per qualsiasi uso: fattura rilasciata dal medico.
• Spese di assistenza specifica: fattura rilasciata dall’infermiere o dallo specialista in riabilitazione o da altro operatore specializzato riconosciuto.
• Spese per l’assistenza ai portatori di handicap: fattura della spesa e certificazione relativa al riconoscimento dell’handicap.
• Spese per l’acquisto di autoveicoli adattati: fattura della concessionaria e certificazione relativa al riconoscimento dell’handicap (legge n.104/92);
• Spese per gli addetti all’assistenza personale (badanti): ricevuta rilasciata dall’addetto all’assistenza e certificazione attestante la non autosufficienza della persona assistita.
• Spese mediche effettuate all’estero: la stessa documentazione richiesta per l’analoga spesa effettuata in Italia oltre ad una traduzione semplice dei documenti se questi sono redatti in inglese, francese, tedesco o spagnolo, una traduzione giurata se sono redatti in altre lingue.
• Quietanze di versamento degli interessi su mutui ipotecari 1° casa, per la costruzione (e ristrutturazione) della 1° casa se stipulati dal 1998. Per i mutui sono necessari: l’atto di acquisto della casa, l’atto di stipula del mutuo, ricevuta della banca relativa alle rate pagate nel 2014, fattura del notaio relativa all’atto di mutuo e oneri accessori (per le ristrutturazione e le costruzioni sono necessarie anche le fatture dei lavori eseguiti e la concessione edilizia).
• Mutui agrari: quietanze di versamento degli interessi.
• Premi di assicurazioni vita e infortuni: ricevuta del pagamento del premio versato, contratto di assicurazione.
• Spese scolastiche: ricevuta di versamento per l’iscrizione a Università e scuole superiori, pubbliche e private.
• Spese funebri: fatture per spese riconducibili al funerale.
• Spese per “l’assistenza personale nei casi di non autosufficienza”: è richiesto il rilascio, dal soggetto che presta assistenza, di una ricevuta firmata, riportante i propri dati anagrafici e codice fiscale e quelli del soggetto che sostiene la spesa, nonché, se diverso, del familiare a favore del quale l’assistenza è prestata.
• Spesa per pratica sportiva ragazzi (palestra, piscina, ecc.): fattura, ricevuta o quietanza pagamento.
• Compenso intermediari immobiliari: fattura attestante la spesa e l’atto di acquisto.
• Canone di locazione degli studenti universitari fuori sede: contratto di affitto e ricevuta dell’avvenuto pagamento.
• Erogazioni liberali a favore d’Istituzioni religiose, artistiche e culturali (Biennale di Venezia) e per i paesi in via di sviluppo (Onlus, Ong).
• Erogazioni liberali a favore di movimenti e partiti politici (versamenti eseguiti con carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari).
• Spese veterinarie: fattura rilasciata dal veterinario e scontrini farmaceutici relativi a medicinali specifici.
• Erogazioni liberali a Istituti Scolastici: ricevuta del versamento rilasciata dall’Istituto nella quale risulti la modalità di versamento utilizzata.
• Spese per la frequenza di asili nido: ricevuta di versamento della retta di frequenza dell’asilo nido.
• Contributi previdenziali e assistenziali (ex Scau, fondo Casalinghe, volontari, riscatto): ricevute dei versamenti contributivi, compreso il versamento INAIL pagato dalle casalinghe.
• Assegno periodico corrisposto al coniuge separato: sentenza di separazione o divorzio, codice fiscale coniuge separato, bonifici o ricevute rilasciate dal soggetto che percepisce la somma. Non è deducibile la quota versata a favore dei figli.
• Contributi versati per le collaboratrici domestiche: ricevuta del bollettino postale versati nell’anno d’imposta, per la quota di competenza del datore di lavoro.
• Contributi a favore di istituzioni religiose: ricevute di versamento agli Istituti Centrali delle Chiese riconosciute. Non sono deducibili i versamenti effettuati direttamente alle parrocchie.
• Erogazioni liberali a favore di ONLUS e Associazioni Sportive: ricevuta rilasciata dall’Associazione nella quale risulti anche la modalità di versamento utilizzata. Sono da escludere i versamenti delle quote associative e quelli effettuati come pagamento di servizi resi.
• Contributi a paesi in via di sviluppo: ricevuta di versamento alle Organizzazioni Non Governative riconosciute.
• Consorzi di bonifica: ricevuta che attesti il versamento effettuato, cartella esattoriale di riferimento.
• Versamenti a fondi pensione: ricevuta del pagamento effettuato, contratto stipulato.
• Adozione di minorenni extracomunitari: quietanze di versamento delle spese rilasciata dall’ente autorizzato.
• Spese per l’acquisto o la costruzione di abitazioni date in locazione: atto di acquisto o abilitazione edilizia, domanda accatastamento, abitabilità, fatture per le spese sostenute, contratto di mutuo e interessi pagati nel 2014, contratto d’affitto.
• Spese per interventi di recupero edilizio (36/50/65%): abilitazione edilizia, domanda accatastamento (nei casi previsti), ricevute pagamento ICI/IMU, fatture pagate nel 2014 e relativi bonifici bancari o postali, dichiarazione di consenso del possessore (nei casi previsti), Comunicazione Asl (nei casi previsti), quietanze del condominio relative a quanto versato dal singolo condomino e la ripartizione millesimale, dati catastali (visure) dell’immobile su cui sono stati eseguiti gli interventi, atti di trasferimento dell’immobile;
• Spese d’acquisto mobili, ed elettrodomestici per l’arredo di immobili ristrutturati dal 06/06/2013: fatture  e relativi bonifici bancari o postali .
• Spese di riqualificazione energetica (55/65%): fatture, bonifici, ricevuta/raccomandata trasmissione all’ENEA e altra documentazione secondo la tipologia di spesa.
• Contratti di locazione registrati in base alla legge n. 431/98 “convenzionali” e non.
• Detrazione per l’affitto di terreni agricoli ai giovani: iscrizione INPS (ex SCAU), contratto d’affitto fondo rustico, quietanze di pagamento canone d’affitto.
• In caso di pagamento eseguito mediante pignoramenti presso terzi, Certificazione dell'ammontare delle somme erogate e delle ritenute effettuate dal sostituto (terzo erogatore);
• Certificazione del Fondo di Previdenza Complementare delle somme anticipate e delle relative ritenute, Comunicazione al Fondo delle somme versate ai fini del reintegro.
• Certificazione del Ministero della Giustizia del credito d’imposta spettante per la mediazione su conciliazioni relative a cause civili e commerciali.
• Credito d’imposta per le erogazioni liberali a sostegno della cultura: versamenti eseguiti in banca, posta, carte di debito, di credito, assegni bancari e circolari.
• Ogni altra documentazione ritenuta utile quale onere detraibile o deducibile.

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Spread
 
Uno degli indicatori più usati per valutare la crisi italiana è lo spread con i bund tedeschi”. Lo spread è considerato infatti un indicatore della capacità di un paese di restituire i prestiti. Lo stato italiano, ha moltissimi debiti, costituiti sostanzialmente da tutti i titoli di stato (Bot, btp ecc) emessi in cambio di soldi presi in prestito da cittadini, banche , altri paesi. Oggi l’Italia è finanziariamente meno credibile e per far acquistare i suoi bot deve offrire interessi sempre più alti.
Spread è la differenza o “allargamento” (spread in inglese) di rendimento tra i titoli di Stato (come i btp) italiani e quelli tedeschi (“bund”), meno l’Italia è credibile, più alti sono gli interessi che deve pagare per avere prestiti e più aumenta lo spread con i titoli tedeschi, giudicati molto affidabili.
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Derivati
Come dice il nome, si tratta di prodotti finanziari il cui valore "deriva" dall’andamento del valore di un altro bene (azioni, obbligazioni, valute ) oppure dal verificarsi di un preciso evento. In altre parole è una sorta di "scommessa" su un avvenimento futuro: ad esempio, le quotazioni di quel titolo saliranno o quell'ente locale non sarà in grado di pagare il suo debito. Praticamente, uno strumento derivato consiste in un contratto tra due parti che specifica le determinate condizioni entro le quali dovrà avvenire il pagamento. Il contratto prevede lo scambio di un titolo il cui valore è determinato dalle cosiddette "attività sottostanti", ovvero quei beni il cui valore di mercato determina il prezzo del contratto.
L’attività o l’evento, che possono essere di qualsiasi natura, costituiscono il cosiddetto “sottostante” del prodotto derivato. La relazione che lega il valore del derivato al sottostante è il risultato finanziario del derivato, detto “pay-off”.
I derivati sono utilizzati per tre scopi principalmente:
1) ridurre il rischio finanziario di un portafoglio (finalità di copertura): acquisto un titolo nella ovvia speranza che salga, ma al tempo stesso acquisto un derivato sullo stesso titolo che prevede il calo delle sue quotazioni. Comunque vada non ci perdo;
2) ottenere un profitto assumendo esposizioni di rischio (finalità speculativa);
3) ottenere un profitto privo di rischio attraverso transazioni combinate sul derivato e sul sottostante per cogliere eventuali differenze di valorizzazione (finalità di arbitraggio).

Tra i derivati più diffusi rientrano i futures, le opzioni e gli swap.
Tra i beni sottostanti, ovvero alla base dei titoli derivati si trovano comunemente commodities (come ad esempio il petrolio), azioni, titoli obbligazionari, tassi di interesse e valute.
Lo swap, nella finanza, appartiene alla categoria degli strumenti derivati, e consiste nello scambio di flussi di cassa tra due controparti. Va annoverato come uno dei più moderni strumenti di copertura dei rischi utilizzato prevalentemente dalle banche, dalle imprese e anche dagli enti pubblici. Si presenta come un contratto nominato (ma atipico in quanto privo di disciplina legislativa), a termine, consensuale, oneroso e aleatorio.
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Indeducibili i contributi sanitari (versati ad enti col solo fine assistenziale) 
L'Agenzia delle Entrate ha chiarito che al lavoratore autonomo non viene applicata alcuna deducibilità fiscale per i contributi versati a un fondo iscritto all’Anagrafe dei fondi sanitari nella sezione riservata ai fondi gestiti da enti o casse aventi esclusivamente fine assistenziale.
Infatti i contributi versati non possono essere dedotti dal reddito complessivo (art.10, co.1, lett.e-ter), Tuir), in quanto tale fondo non rientra tra quelli integrativi del Servizio sanitario nazionale.
Agenzia delle Entrate, risoluzione 3/12/2014, n.107/E
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In Gazzetta il Decreto Semplificazioni fiscali
È stato pubblicato sulla G.U. n.277 del 28 novembre il D.Lgs. 21 novembre 2014, n.175, recante disposizioni in materia di semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata, in vigore dal 13 dicembre 2014. Per la materia di lavoro si segnalano in particolare novità in tema di solidarietà fiscale in caso di appalto, ora abrogata, di adempimenti relativi all’assistenza fiscale e alle dichiarazioni pre compilate.
D.Lgs. 21/11/2014, n.175; G.U. 28/11/2014, n.277
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Finanziamento per l’avvio o lo sviluppo di lavoro autonomo o di microimpresa
È stato pubblicato, sulla G.U. il decreto del Ministero dell’Economia relativo alla disciplina del microcredito, in attuazione dell’art.111, co.5, D.Lgs. n.385/93. In particolare, il decreto regolamenta le attività di finanziamento finalizzate a sostenere l’avvio o lo sviluppo di un’attività di lavoro autonomo o di microimpresa, organizzata in forma individuale, di associazione, di società di persone, di società a responsabilità limitata semplificata o di società cooperativa, ovvero a promuovere l’inseri-mento di persone fisiche nel mercato del lavoro.
Ministero dell'Economia e delle Finanze, decreto 17/10/2014, n.176; G.U. 1/12/2014, n.279


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Nuova legge sui rapporti di lavoro (Jobs Act)
E' stato approvato con modifiche dalla Camera il disegno di legge delega Jobs Act, trasmesso poi al Senato per approvazione definitiva. Una delle modifiche più significative riguarda l'art.18 St.Lav. in riferimento al nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti: la possibilità di reintegro è esclusa per i licenziamenti economici, mentre è prevista per i licenziamenti discriminatori e per alcune fattispecie di licenziamenti disciplinari. Per i licenziamenti economici è previsto solo un indennizzo commisurato all'anzianità.
Si ricorda che il DdL contiene deleghe al Governo in materia di: ammortizzatori sociali; servizi per il lavoro e politiche attive; semplificazione delle procedure e degli adempimenti per la gestione dei rapporti di lavoro; riordino delle forme contrattuali; maternità e conciliazione.
Anche l'Aula del Senato ha dato il via libera definitivo alla delega sul lavoro, ormai conosciuta come Jobs Act, per la quale il governo ha chiesto il voto di fiducia. Hanno detto sì 166, no 112, 1 astenuto. Il provvedimento adesso è legge.

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Imposte, contributi e premi
Obbligo di tracciabilità dei pagamenti anche per associazioni no profit e pro loco. L’Agenzia delle Entrate, con risoluzione n.102/E del 19 novembre, ha affermato che l’obbligo di tracciabilità dei pagamenti/versamenti di importo superiore a € 516,46, previsto dall’art.25, co.5, L. n.133/99, sussiste anche nei confronti delle associazioni senza fini di lucro e delle associazioni pro-loco, in quanto destinatarie del regime fiscale agevolato previsto dalla L. n.398/91.
Agenzia delle Entrate, risoluzione 19/11/2014, n.102/E


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