sabato 3 dicembre 2016

Tromboni stonati per le notizie false su internet

Con il fatto che internet permette di pubblicare qualsiasi cosa con tanta facilità, chiunque può creare un sito nuovo in pochi minuti e dichiarare che pubblica “notizie”, anche se in realtà non fa altro che creare titoli falsi e bufale (hoax) solo per generare visualizzazioni che, a loro volta, alimentano piattaforme di pubblicità come AdSense di Google da cui ricavare soldi.

La rete, in particolare i social, sono il contesto principale in cui la comunicazione fake prevale sulla notizia vera, quella fondata e verificata da soggetti che si fanno tutori di questa attendibilità, avendo come obiettivo prioritario la rappresentazione fedele di quanto accade. Ma nemmeno questo è sempre vero,  spesso la stampa ha preferito utilizzare la notizia come merce di scambio, esaltando il proprio ruolo intermediativo, piuttosto che la cronaca, la sua analisi. 
I dati sulla calante distribuzione dei giornali in Italia sono specchio fedele della situazione e per questo, troppi tromboni che si sono scandalizzati di come lo staff di Trump abbia utilizzato notizie false fatte circolare ad arte su Facebook o su Twitter, hanno perso una buona occasione per stare zitti. 

Sull’alibi “colpa di internet” che molti media tradizionali, i quali sono a loro volta i maggiori produttori di news su internet, si sottolinea che molte notizie false nascono dentro i grandi giornali, altre nascono altrove e diventano note e credute quando le pubblicano i giornali che non fanno le verifiche adeguate.

La novità forse è che cominciamo ad abituarci sempre più a ritenere quello che leggiamo come “notizie” una cosa diversa dalla realtà, ovvero sono cose che leggiamo, come se leggessimo una storia o giocassimo a un videogioco, e che corrispondano a qualcosa di vero non è scontato, e spesso nemmeno importa, tanto non gli credo, e se gli credo è perchè credo anche che Batman salverà il mondo.

Tuttavia, Google non è affatto preoccupata dal fatto che siti di bufale facciano soldi attraverso AdSense, quanto del fatto che non offrono agli utenti niente di concreto in cambio. Sarebbe questa la ragione per cui l’azienda ha appena annunciato che prenderà provvedimenti per ridurre l’uso di AdSense da parte di questi siti. La policy aggiornata di Google impedirà che la pubblicità venga posizionata “su pagine che mal rappresentano, travisano o nascondono informazioni sull’editore, sui contenuti dell’editore o sullo scopo primario”. Piedi d'argilla per un colosso veramente molto grande.

Di recente il dibattito sulle notizie false che circolano sulla rete si è fatto più serrato, soprattutto in riferimento a Facebook che ha permesso a notizie false di diffondersi a macchia d’olio sulla sua piattaforma. L’azienda si è impegnata a cercare di risolvere il problema, ma siccome sono in gioco gli incassi più che la dignità, la soluzione sarà lenta, laboriosa e molto complicata. 

Probabile che qualche "cazzata" sia sfuggita anche dalle nostre penne, non vogliamo mentire  ma ci possiamo sbagliare, e questo purtroppo potrebbe essere detto da chiunque in qualunque momento.

 


 

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